L’oleificio Cooperativo di Canino, Viterbo, viene insignito dello Zefferino d’Oro Monini, il primo riconoscimento alla qualità della materia prima nel settore oleario promosso da una grande impresa italiana.
E’ viterbese, di Canino, uno dei migliori frantoi d’Italia: a stabilirlo è l’edizione inaugurale dello Zefferino d’Oro Monini, il primo riconoscimento nazionale alla qualità della materia prima promosso da una grande impresa olearia, che si è celebrato al Frantoio del Poggiolo di Spoleto.
L’oleificio Cooperativo di Canino, Viterbo, ha infatti saputo esprimere, nonostante un’annata olivicola contraddistinta da difficoltà climatiche, “caratteristiche qualitative eccelse” attraverso il suo olio di categoria Fruttato Leggero, ricevendo da Maria Flora e Zefferino Monini la lattina d’oro che rappresenta il valore del prodotto. Ed è proprio la qualità il cuore del riconoscimento voluto dall’umbra Monini per accendere i riflettori su tutto il buono del made in Italy, sul quale bisogna investire come filiera per non rischiare di essere schiacciati dalla concorrenza internazionale.
“Il nostro auspicio – ha dichiarato Zefferino Monini, presidente e AD della Monini, nonché nipote del fondatore dell’azienda, da cui ha ereditato passione e nome – è che questo riconoscimento possa rappresentare un primo passo di filiera verso un olio extravergine italiano che sia sempre più di qualità e verso un sistema che protegga la ricchezza del nostro territorio, dal campo alla tavola”.
Un messaggio pienamente condiviso dall’oleificio Cooperativo di Canino, che con Monini intrattiene un rapporto di collaborazione di lunga data, basato su una comunione di valori, a partire dalla sostenibilità. Costituitosi nel 1965, l’oleificio conta oggi oltre 1.200 soci produttori che coltivano circa 3.350 ettari di oliveti con oltre 260.000 piante di olivo in un’area a carattere prettamente agricola ed intatta sotto il profilo naturistico ed ecologico. Le olive, protette da attacchi parassitari tramite la tecnica della lotta integrata, vengono molite negli impianti che hanno una capacità lavorativa giornaliera di 3.450 quintali.