Nella serata del 19 luglio i Carabinieri della Compagnia di Viterbo hanno dato corso ad ampio servizio coordinato di controllo dei locali pubblici nel capoluogo, dove pattuglie in divisa ed in borghese del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Bagnaia si sono avvalsi di militari specializzati del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) e del Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) di Viterbo, affiancati da personale del locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell’A.S.L. – Uff. Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (S.I.A.N.).
Il servizio, finalizzato a garantire tutela dei cittadini quali lavoratori e consumatori, si è svolto in diverse aree della città.
I militari hanno controllato un bar del quartiere Pilastro ove hanno rilevato installazione non autorizzata di apparati di videoripresa nei luoghi di lavoro dei dipendenti, per la quale hanno deferito il titolare in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria; nella circostanza hanno anche constatato inosservanza delle norme concernenti il divieto di fumo, mancata attuazione di procedure di autocontrollo per la sicurezza alimentare e carenze igienico – strutturali, che hanno comportato la sospensione dell’attività imprenditoriale a tempo indeterminato, con sanzioni amministrative per circa 3400 euro.
Ad esito del controllo di un ristorante nei pressi dell’abitato storico di San Pellegrino, gli operanti hanno sospeso l’attività imprenditoriale, avendo riscontrato l’impiego di due lavoratori in nero, nonché l’omesso avvio a visita medica preventiva di tre dipendenti e la mancata formazione di quattro. Sono state elevate sanzioni amministrative per circa 8300 euro ed ammende per 3000 euro.
I controlli sono proseguiti poi in negozio di alimentari in zona San Faustino ed in un ritrovo nei pressi di Piazza Fontana Grande, che ha visto comminare sanzione amministrativa di 125 euro per omessa denuncia di lavoratore – collaboratore di famiglia.
Il presente comunicato viene condiviso con la Procura della Repubblica di Viterbo e trasmesso per interesse pubblico.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.