Nella serata del 22.02.2024 i Carabinieri della Stazione di Bolsena su richiesta di un cittadino sono intervenuti a seguito di un tentativo di furto presso una struttura alberghiera ad opera di uno straniero colto in flagranza di reato mentre cercava di asportare un’autovettura nell’area parcheggio dell’hotel.
Nel dettaglio un gambiano venticinquenne, si introduceva furtivamente all’interno di una struttura alberghiera ed una volta dentro si recava presso gli spogliatoi del personale dipendente, dove però veniva scoperto dal personale di servizio ed allontanato. I dipendenti sorpresi dalla presenza dell’uomo non realizzavano nell’immediato che il giovane extracomunitario potesse aver asportato qualcosa. Tuttavia poco dopo, grazie alle segnalazioni di alcuni clienti, il ladro veniva scoperto nell’area parcheggio privata della struttura ricettiva mentre, con la chiave di accensione sottratta poco prima, tentava di far partire l’auto di uno dei camerieri dell’albergo. La rapida reazione del personale al lavoro ha consentito di bloccare il giovane ladro e impedirne la fuga sino all’arrivo dei Carabinieri della locale Stazione di Bolsena.
Preso in consegna dai militari, il giovane si è giustificato dicendo di aver perso l’autobus e di non sapere come tornare a Viterbo. La versione fornita non ha certamente convinto i militari intervenuti che, una volta effettuati i dovuti accertamenti, hanno scoperto che il giovane era gravato da diversi precedenti in materia di reati predatori ed era stato addirittura già arrestato per lo stesso reato in un’altra provincia italiana. Considerata la concreta possibilità che l’uomo potesse commettere altri reati analoghi è stato arrestato per le ipotesi di furto aggravato in abitazione.
Il Comando Provinciale tiene a sottolineare come l’autorità giudiziaria abbia concordato con le valutazioni del Comandante della Stazione di Bolsena per la corretta rubricazione del reato, secondo le evoluzioni recenti della giurisprudenza: a tal riguardo vi è stata negli anni una progressiva estensione del conetto di “privata dimora” anche agli ambienti di lavoro aperti al pubblico. La Suprema Corte di Cassazione infatti, con una sentenza del 2021, ha affermato che ai fini della configurabilità del reato di furto in abitazione rientrano nella nozione di privata dimora i luoghi di lavoro in cui si compiano atti della vita privata in modo riservato e precludendo l’accesso a terzi. In quella circostanza infatti la Corte aveva ravvisato l’ipotesi di suddetto reato proprio in relazione ad un furto commesso all’interno di una stanza adibita a spogliatoio riservato agli operai che stavano effettuando lavori di ristrutturazione di un edificio, analogamente a quanto commesso dal gambiano che aveva sottratto le chiavi dell’auto del dipendente dell’albergo.
Questa osservazione vuole essere non solo un apprezzamento ai Carabinieri, quotidianamente chiamati ad applicare le leggi in modo corretto in aderenza ai dettami dell’Autorità Giudiziaria, ma anche una testimonianza degli sforzi profusi dall’Arma nel mantenere elevato il livello di professionalità grazie ad un constante aggiornamento tecnico.
Il presente comunicato viene condiviso con la Procura della Repubblica di Viterbo e trasmesso per interesse pubblico.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.