La confederazione Cobas Viterbo si è da poco insediata all’interno di un punto vendita di una grande s.p.a. sito nel capoluogo, vantando l’iscrizione del 90% dei lavoratori.
Dal 1 giugno i lavoratori sono stati assunti dalla stessa s.p.a., mentre prima erano “gestiti” da un’altra azienda, sempre nello stesso punto vendita.
La paura era di un cambio di contratto, dal ccnl commercio a un cisal, cosa che, per fortuna, è stata scongiurata, grazie al tempestivo intervento del sindacato.
Già da subito abbiamo notato delle lacune riguardo la sicurezza sul lavoro e, facendo un accurato lavoro di studio su ogni singolo lavoratore, sono usciti svariate motivazioni e malcontenti.
“I ragazzi hanno esposto le loro problematiche, le abbiamo messe per iscritto ed esposte all’azienda” racconta Valentina Sposetti, la nostra delegata al commercio “azienda che fin da subito si è resa disponibile ad aprire un tavolo di ascolto e trattative. I lavoratori hanno esposto le loro problematiche, raccontando di come ciò avesse deteriorato nel tempo la loro qualità lavorativa, stato d’animo a volte anche ricaduto sulla clientela. Ieri all’interno del negozio c’è stata l’elezione del RLS, non presente in punto vendita.”
“Purtroppo” prosegue la Sposetti “ascoltando i ragazzi, abbiamo uno “storico” spiacevole in mano; nel corso degli anni, le numerose aziende di gestione dei dipendenti hanno continuamente calpestato i loro diritti, soprattutto riguardo le lavoratrici madri e le varie indennità. Al momento i lavoratori con prole al di sotto dei tre anni sono svariati all’interno del punto vendita, tra cui una cassiera rientrata da poco dalla maternità, lasciando alla sua uscita il ruolo da responsabile casse (ruolo la cui ripresa le spetta di diritto) e un lavoratore padre di un neonato. L’azienda è disponibile e aperta al confronto, sono sicura che nasceranno dialoghi costruttivi”
Confederazione Cobas Viterbo
Luca Paolocci