
I Cobas sono al fianco degli inquilini sfrattati, la casa è un diritto primario che deve essere garantito
Gli sfratti in grande stile hanno raggiunto anche la città di Viterbo, abbiamo visto caschi e scudi schierati contro pericolose famiglie con bambini.
Maggioranza fa bella mostra di se nel negare, a chi ne ha necessità, il diritto alla casa, peccato non si chiedano come si arrivi ad occupare, fra alloggi popolari ormai inesistenti e burocrazia comunale lunghissima, con un’attesa fino a due anni solo per entrare in graduatoria.
È più semplice trasformare gli occupanti in nemici della città, insieme ai migranti, che vivono lo stesso quartiere e sono costretti ad accettare affitti in nero e maggiorati fino a 700 euro per 40 metri quadri.
L’attenzione di tutti viene concentrata sugli occupanti cattivi, mentre la città viene trasformata e privatizzata. Scompaiono i luoghi di ritrovo pubblici, i quartieri popolari, la partitella in piazza o la birra fra amici. Tutto deve essere regolamentato, controllato e a pagamento. Così sorgono centri commerciali, locali chic, b&b e case vacanze, accessibili solo a pochi.
Se è vero che il Comune ha fornito un’alternativa degna alle famiglie sgomberate e che possiede altri alloggi da destinare a tale scopo perché aspettare così tanto e farsi tanta pubblicità.
In questo modo, non si punta a riqualificare la città nel miglioramento generale delle condizioni di tutti, ma ad aumentare le differenze di classe con la minor conflittualità possibile.
Viterbo vuole il cittadino consumatore, originario della città, in grado di spendere e che sappia stare al suo posto, altrimenti verrebbe escluso e il consumatore non cittadino, il turista agiato che viene in città, affolla locali e alberghi e paga.
Tutti coloro che non sono consumatori possono esistere, ma non devono farsi vedere troppo, devono rimanere dentro le loro case, se le hanno, ancor di più se non sono neanche cittadini. I migranti devono andare a lavorare nelle campagne di Castel d’Asso o a montare pannelli fotovoltaici e finestre isolanti, per poi tornare silenziosamente all’interno delle case. Le stesse che vengono affittate da viterbesi a prezzi altissimi, spesso anche fatiscenti e senza acqua corrente, ufficialmente senza abitabilità.
L’élite borghese di questa città, che sia di destra o di sinistra, cerca di nascondere lo sfruttamento della divisione in classi, con uno specchietto per cui tutti possono divenire agiati se solo ne sono capaci.
Un falso concetto di meritocrazia che non esiste e non ci interessa.
Nessuno deve più essere padrone, tutti dobbiamo avere le stesse possibilità e la stessa dignità.
Come Cobas ci occupiamo da anni del diritto all’Abitare, invitiamo tutti coloro che vivono lo stesso problema a contattarci o a venire direttamente in sede.
Confederazione Cobas Viterbo
Elisa Bianchini