“Astensionismo dilagante, istituzioni che non ascoltano più i cittadini e sono anni luce lontane dalle istanze dei territori. Quali le cause scatenati? Nel nostro paese, troppe volte la “partecipazione”, come viene praticata dai partiti ansiosi di dimostrare la loro disponibilità e la loro “modernità”, ha assunto il volto dello “sfogatoio”, con assemblee caratterizzate da un confusionismo generale. Occorre invece uscire da questa mistificazione della sovranità popolare, e allo stesso tempo destrutturare una sovranità popolare totalmente fondata sulla delega. Occorre, ad esempio, trasformare il livello prepolitico della partecipazione in diritto alla democrazia, mutuando i principi della Convenzione europea di Aarhus – legge dello Stato a partire dal 2001.
La Convenzione, attraverso l’istituto della partecipazione, riduce la discrezionalità delle scelte politico-amministrative, obbligando le istituzioni a prendere in considerazione le istanze partecipative e ad argomentare in maniera più circostanziata le proprie decisioni. La legge norma e calendarizza il processo partecipativo, la sua violazione può determinare l’annullamento degli atti amministrativi. E’ chiaro ed evidente che sul problema della disaffezione del popolo verso politica, serve una riflessione netta e profonda al fine di trovare soluzioni concrete su come riportare il cittadino e la partecipazione popolare protagoniste delle scelte politiche e democratiche del nostro paese”.
Così, in una nota stampa, Rocco Tiso, referente nazionale di “Sa Cosa”, Comitato spontaneo di cittadini – amici per la verità.