Nella serata dell’08 settembre a Vetralla (VT), Carabinieri della Compagnia di Viterbo hanno deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria due quarantenni napoletani ritenuti responsabili di tentata truffa ai danni di un’anziana della frazione Tre Croci. Ricevute segnalazioni da residenti riguardo telefonate di sedicenti impiegati delle poste che chiedevano denaro per il pagamento di presunti debiti con l’Ente, una pattuglia della Stazione locale, supportata dai militari dell’Arma Forestale, ha fermato i due in macchina nell’abitato. Anche in quest’occasione, il contributo dei cittadini in contatto diretto con i Carabinieri della Centrale Operativa e della Stazione a presidio del territorio è stato determinante.
L’episodio rappresenta una nuova occasione per destare l’attenzione, soprattutto da parte delle fasce sociali maggiormente esposte, su un fenomeno che interessa tutto il territorio nazionale ed in queste ultime settimane, nella provincia di Viterbo, si è manifestato soprattutto sul versante sud della Tuscia.
Si rinnova, dunque, l’appello a chiamare il numero unico d’emergenza 112 nel momento in cui si ha il dubbio di essere stati contattati da probabili truffatori evitando di aprire a qualsiasi persona sconosciuta si presenti alla porta di casa e verificando sempre le notizie che vengono fornite con i propri familiari. A tale scopo, è bene ricordare che uno dei modus operandi di questi malfattori consiste nel cercare di occupare tutte le linee telefoniche che le vittime hanno a disposizione per impedire loro di chiamare i parenti più vicini e verificare le false notizie fornite. È importante, dunque, prestare attenzione a questo dettaglio e prendersi il tempo per contattare i familiari o i Carabinieri.
Il presente comunicato viene condiviso con la Procura della Repubblica di Viterbo e trasmesso per interesse pubblico.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.