“… tra qualche anno sulla Shoah ci sarà solo una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella”. Dovremmo sempre partire da questa riflessione, un po’ amara, di Liliana Segre per continuare a parlare dell’orrore che, dopo più di ottant’anni, pesa ancora come un macigno sulle coscienze di noi europei perché rappresenta un monito a non dimenticare; e la giornata della memoria, istituita ormai 20 anni fa, serve esattamente a questo: ricordare e testimoniare. Un atteggiamento che però non può essere solo contemplativo, né tanto meno relegato al solo giorno della memoria, come un abito indossato per una ricorrenza speciale e poi riposto in fondo all’armadio in attesa di una nuova occasione; l’impegno, invece, deve essere continuo e ogni occasione trasformarsi in un momento di riflessione.
Per fare in modo che quell’orrore non si ripeta dobbiamo sempre averlo sotto gli occhi, conoscerlo a fondo, in ogni sua minima implicazione, studiarlo e mostrarlo per quello che è stato.
La mostra fotografica e multimediale “Omocausto – Lo sterminio dimenticato degli omosessuali” allestita dall’associazione culturale “La Poderosa” nei locali della chiesa di S. Maria della Stella a Vasanello, visitabile il 4 e 5 febbraio dalle ore 10, va esattamente in questa direzione.
Non è forse superfluo ricordare che la furia fascista e nazista dei campi di concentramento non si rivolse soltanto contro gli ebrei ma colpì anche oppositori politici, rom, sinti e zigani, russi e slavi, persone di colore, disabili e omosessuali. Per quanto riguarda questi ultimi, a cui la mostra è dedicata, si stima che tra il 1933 e il 1945, la polizia arrestò circa 100.000 persone accusate di essere omosessuali, la maggior parte scontarono la pena nelle prigioni ordinarie mentre un buon numero, oltre 15.000, finì nei campi di concentramento e solo 4.000 di essi sono sopravvissuti. L’obiettivo della mostra è offrire un breve percorso storico per tramandare la memoria di uno sterminio dimenticato.
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Arci Comitato Provinciale Viterbo