Il 2023 sarà ricordato come uno degli anni peggiori per l’olivicoltura della Provincia di Viterbo.
Se ad inizio stagione si prevedeva una riduzione dell’extravergine della Tuscia del 50% , a stagione quasi finita appare consolidata la contrazione del 70% per tanti frantoi.
Il peggioramento della situazione rispetto alle previsioni è stato dovuto al fatto che pur essendo presenti un po’ di olive sulle piante, molte di queste non sono state raccolte per antieconomicità.
“Quando su una pianta grande ci sono appena 10kg di olive, raccoglierle significa andare in perdita.” dice un socio della Cooperativa l’Olio di Blera.
Ma la stessa considerazione vale ovunque, non solo a Blera; e con qualsiasi modalità di raccolta, manuale o meccanizzata.
Ad avvalorare la tesi per cui la causa della carenza di olive sia stato l’eccesso di pioggia di maggio e giugno, c’è il fatto che le varietà più precoci (frantoio, pendolino, leccino, Moraiolo) hanno avuto comunque una allegagione più abbondante rispetto alla caninese, notoriamente tardiva, in quanto anticipata rispetto alle settimane di maggiore piovosità.
In questo contesto di mancanza di prodotto, sono in aumento le truffe e le speculazioni. Il consiglio per i consumatori è di acquistare l’extravergine direttamente nei frantoi, rivolgendosi a quelli aderenti alla OP Latium, che da sempre sono sinonimo di trasparenza, salubrità del prodotto e correttezza.