Immediato cessate il fuoco: la manifestazione per la pace di martedì 31 ottobre, convocata da Arci Viterbo e molte altre organizzazioni viterbesi della società civile e politiche, ha difeso le ragioni della pace e della giustizia contro il baratro della rappresaglia e della morte.
“Siamo qui per dire con forza che non esistono momenti per la guerra, esistono solo la pace e il diritto di un popolo a non essere sterminato” ha detto la presidente di Arci Viterbo Cipriana Contu durante la manifestazione, un presidio che ha raccolto tante persone e che ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco e del rispetto del diritto internazionale e umanitario.
L’arci e le associazioni aderenti al presidio hanno condannato con forza l’ONU e il Parlamento Europeo che non hanno approvato mozioni per il cessate il fuoco immediato per salvare la popolazione civile di Gaza e gli ostaggi, fermare la violenza in tutta la Palestina e in Israele, impedire l’allargamento del conflitto, dare spazio alla diplomazia e al negoziato.
La pace, per tutti i cittadini, palestinesi come israeliani, non può che fondarsi sulla giustizia e sul pieno riconoscimento del diritto della popolazione palestinese alla fine dell’occupazione, all’indipendenza e alla libertà che da decenni vengono negate. Il rifiuto del razzismo, dell’antisemitismo, e del colonialismo è l’unica strada percorribile per un mondo più giusto e uguale.
Al presidio hanno preso la parola le rappresentanti e i rappresentanti delle organizzazioni che hanno aderito e, dopo i discorsi, i manifestanti hanno raggiunto con un corteo piazza delle Erbe.
L’arci si è inoltre dichiarata in mobilitazione permanente per il cessate il fuoco immediato e incondizionato, per la fine di qualsiasi azione contro i civili da chiunque commessa, per i corridoi umanitari e le zone sicure a Gaza, per il rilascio degli ostaggi, la fine delle violenze, il rispetto del diritto internazionale umanitario, per la ripresa di un negoziato che porti finalmente alla fine dell’occupazione, alla pace, al pieno riconoscimento degli uguali diritti di palestinesi e israeliani alla terra, alla vita, alla democrazia, alla libertà.