Con l’appuntamento di Marta del 25 e 26 maggio si è concluso il ciclo di mostre che il -Gruppo Fotografico f8- ha portato in alcuni centri della Tuscia seguendo di pari passo le tappe del festival di Tuscia in Fiore.
L’aula consiliare del Comune di Marta ha ospitato l’opera completa del gruppo di fotografi che si era dato come obiettivo quello di illustrare e raccontare la Tuscia attraverso una serie di scatti fotografici inseriti nel progetto -Le immagini della mia terra-.
Un progetto che si presenta anche attraverso una serie di numeri:
12 i fotografi – Antonella Tonnicchi, Aurelio Sidoti, Claudio Polvanesi, Claudio Sarti, Ernesto Spaziani, Giuseppina Natale, Ludovico Ciprini, Maria Olimpia Orsalini, Maurizio Di Giovancarlo, Mirella Meschini, Ornella Banco e Salvatore De Mitri.
5 le tappe espositive – Villa San Giovanni in Tuscia, Latera, Onano, Bassano in Teverina e Marta.
7 gli argomenti trattati – architettura, cultura, enogastronomia, folclore, paesaggi, storia e tradizioni.
25 tra paesi e frazioni fotografati.
60 le immagini esposte.
La generosa capienza della sala consiliare di Marta ha consentito una comoda visibilità delle fotografie da parte di visitatori attenti e curiosi di leggere, attraverso le nostre immagini, il patrimonio umano, culturale e paesaggistico della Tuscia.
La sera di domenica 26 maggio ci ha fatto pregio la presenza, in occasione del finissage della mostra, della Prof.sa Laura Principi che ha concluso la giornata con una apprezzatissima presentazione critica delle immagini esposte. Alla Prof.sa Principi vanno i nostri ringraziamenti uniti a quelli che rivolgiamo a Giulio Della Rocca, grande artefice di questa meravigliosa avventura, e a tutti i suoi instancabili collaboratori.
Non possiamo e non vogliamo sottrarci dal ringraziare tutte le amministrazioni comunali che ci hanno concesso spazi e opportunità di far conoscere il nostro progetto espositivo.
A conclusione di tutto ciò ci rimane l’orgoglio di aver contribuito, nel nostro piccolo e con le nostre risorse, a raccontare la Tuscia, sia quella nota che quella più nascosta.
Non abbiamo la certezza né la presunzione di aver fatto “belle fotografie”, ma abbiamo la speranza di aver trasmesso un messaggio e forse più di uno. Se così è, allora abbiamo fatto un buon lavoro.