Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. L’Enac, infatti, sembra che abbia elargito l’incredibile somma di un milione di euro a favore dell’aeroporto di Viterbo. L’inaspettato finanziamento, con il quale si potrebbe fare a malapena il cappotto termico di una palazzina, se rapportato a uno scalo destinato a diventare il terzo aeroporto del Lazio diviene il a o quasi. La storia è semplice. Era infatti il maggio del 2007 quando a Roma si tenne in pompa magna il convegno intitolato “Il trasporto aereo nell’Europa delle Regioni – Il Sistema Aeroportuale del Lazio – organizzato dal super sponsor dell’aeroporto di Frosinone, Pierluigi Di Palma, che in passato aveva ricoperto il ruolo di direttore generale dell’ENAC. Al convegno Di Palma giocò tutte le carte a favore del progetto, poi, a furor di notizie sulla stampa si cercò di convincere tutti della genialità di poter localizzare uno scalo tra i monti e le impervie condizioni meteorologiche del frusinate. Ma l’intraprendente piano subì una doccia fredda: i principali enti deputati alla materia del volo, l’ENAC e l’ENAV, promossero a pieni voti lo scalo di Viterbo, assegnarono a Frosinone una pesante bocciatura su tutti i fronti ed in particolare sui requisiti della compatibilità ambientale e della sicurezza.
Questo piano strategico ben ingegnato e fortunatamente mal riuscito sembrava morto e sepolto. Ma in Italia i progetti più sono arditi, pericolosi e inquinanti più vanno avanti. Oggi, recentemente incoronato presidente dell’ENAC, Di Palma, secondo le dichiarazioni rilasciate al quotidiano “La Repubblica” comunica che il nuovo aeroporto civile di Frosinone sarà il sostituto di Ciampino. In poche parole, il presidente dell’ENAC, nonostante i pareri fin troppo chiari espressi dal suo stesso Ente, dell’Enav e della commissione trasporti della Camera sta pervicacemente portando a termine il suo vecchio progetto, al tempo pesantemente bocciato. Viterbo, secondo le nuove singolari idee dell’Enac, sarebbe destinato all’attività di aerotaxi. Una sorta di vergognoso e irrealizzabile contentino che qualsiasi operatore aeronautico non esiterebbe a definire come aria fritta. Quanto agli investimenti sull’attuale scalo viterbese, la questione è un’altra ed é stata ben evidenziata dalla Commissione trasporti della Camera attraverso l’ultima indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano. La Commissione ha infatti ribadito la necessità di rendere gli aeroporti sostenibili dal punto di vista economico.
Altrimenti chi li vuole se le paga. In buona sostanza lo Stato non sosterrà più le spese dei piccoli aeroporti, che peraltro non possono contare sulle tasse aeroportuali, lasciando agli enti locali o ai privati gli oneri gestionali. Lo scalo di Viterbo, al contrario, come si deduce dal combinato disposto dell’indagine suddetta e dai puntuali studi dell’Enac era stato indicato tra quelli di rilevanza comunitaria di cui si doveva occupare lo Stato. Troviamo quindi assurdo anticipare somme irrisorie per poi voler addossare agli enti locali le spese di un piccolo aeroporto, come quello che qualcuno propone per Viterbo. Non abbiamo proprio bisogno di un’altra società partecipata locale per spillare soldi ai cittadini. Soprattutto non abbiamo proprio bisogno di andare controcorrente rispetto alle direttive date della commissione trasporti della Camera che ha messo il veto sulla realizzazione di nuovi micro aeroporti civili. Viterbo sarà quindi il terzo Scalo aeroportuale del Lazio per il semplice motivo che il traffico aereo aumenta esponenzialmente e non vi è soluzione migliore per rimpiazzare o integrare Ciampino. A conti fatti sarebbe auspicabile che l’Enac tenesse per altri progetti quei quattro spicci e che a Viterbo non ci sentissimo obbligati a ringraziare nessuno.
Tanto meno coloro che non riusciranno a tenerci in silenzio.
Il comitato per l’aeroporto di Viterbo
Giovanni Bartoletti