Si è conclusa il 12 giugno Acquadolce, mostra personale di Sara Basta, a cura di Cantieri d’Arte, presso lo spazio Arci Biancovolta, in via delle Piagge, 23 a Viterbo.
La mostra ha presentato gli esiti del percorso collaborativo innescato dall’artista con educatrici e famiglie del Nido Comunale “I Cuccioli” e si è concluso con una mattinata tutta dedicata alle bambine e ai bambini del Nido e della scuola materna San Sisto, che per prima cosa sono stati negli spazi della mostra e interagito con l’installazione poi hanno ascoltato una storia sul mare, accompagnati dal rumore delle onde. Sono poi diventati loro stessi onde, giocando insieme con un telo verde e simulandone il movimento.
Le classi si sono poi spostate al Nido Comunale “I Cuccioli”, dove ad attenderli c’erano moltissimi giochi sensoriali che partivano dall’acqua, come ad esempio vaschette con sabbia e sassi, su cui appoggiare i piedi, o bacinelle in cui poter fare esperienza del caldo e del freddo, sempre passando attraverso l’acqua. La mattinata si è conclusa con un momento di disegno collettivo tra i bambini.
Acquadolce è il risultato del percorso nato in una fase di temporanea chiusura del Nido, percorso che si è strutturato in una serie di incontri laboratoriali incentrati sul tema delle relazioni di cura dell’altro e in particolare dei bambini in età infantile. Sara Basta ha invitato le persone a ricamare, dipingere e ad interrogarsi sulla necessità di riformulare i modi con cui stiamo insieme e ci prendiamo cura di noi e degli altri. Partendo da un confronto con elementi e immagini del mondo naturale, l’artista realizza un dispositivo di connessione e relazione ispirato all’acqua, creando un flusso che lega insieme persone.
Come l’artista stessa afferma, infatti, «bisogna pensare ad un’ecologia delle relazioni che sottragga la famiglia nucleare dalla centralità del mondo/pensiero. Disporsi al lato, ai margini, come un affluente. In questa ricerca vorrei occuparmi di spazi interconnessi, come l’acqua che scorrendo separa e collega: luoghi in cui possano incontrarsi pluralità di soggetti, dove possano intrecciarsi specie, provenienze ed età trasformando le relazioni di cura in vasi comunicanti. Non voglio “una stanza tutta per me” ma una barca con cui navigare». La mostra ha riannodato insieme le varie fasi della ricerca e la documentazione dei momenti collaborativi, presentando inoltre una installazione sospesa di tessuti che ricorda un flusso acqueo che si dipana nello spazio.
Acquadolce è l’ultimo step del percorso di dove finisce la città che ha portato tre artisti a relazionarsi con i vari contesti sociali del quartiere San Faustino di Viterbo ed è stato realizzato all’interno di “Limine. Percorsi tra l’urbano e il rurale”, promosso da Aucs Onlus e Arci Viterbo, con il patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Viterbo.
Le fotografie della giornata conclusiva sono di Agnese Spolverini.