Siamo stati a Verona venerdì 2 e sabato 3 febbraio a visitare la Fiera Agricola 2024.
A fronte delle attese in termini di soluzioni innovative, alimentate dai bandi di finanziamento con i fondi del PNRR oltre che dalle emergenze ambientali e climatiche, di consumo della risorsa suolo e della mancanza di acqua, visitando gli stand si è visto veramente poco di attinente con queste tematiche.
Ci aspettavamo di trovare nuovi modelli di trattori elettrici, visto che sono gli unici finanziati dai bandi PNRR regionali per l’innvazione in agricoltura. E invece niente. Tra le centinia (820 dicono gli organizzatori) di costruttori ed espositori solo l’azienda italiana BCS esponeva un modello isodiametrico da 40 kW, chiamato E-Valiant, con una autonomia variabile da 3 a 6 ore.
Tutte le altre case costruttrici presentavano trattori con motori diesel, quasi tutti con le medesime funzionalità; sicuramente attenti alla sicurezza dell’operatore e alla semplificazione del lavoro grazie ai comandi elettronici, ma lontani dal poter essere finanziati con i bandi di finanziamento in essere.
Tanto meno si è potuto vedere qualcosa di interessante in ottica ambientale. Sia chiaro, c’erano moltissimi atomizzatori che di certo consentiranno di ottimizzare l’uso di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari, ma niente che potesse rivoluzionare l’approccio ai problemi fitosanitari e alle carenze di nutrienti per le piante attraverso la riduzione della chimica.
Gli unici segnali in chiave ambientale li abbiamo avuti dalle tante aziende specializzate nella produzione di centrali a biogas rivolte agli allevamenti intensivi di suini e bovini da latte, e poi da una azienda francese, che per lo stoccaggio di acqua propone le cosiddette “fluid ball”, contenitori in pvc flessibile di diverse dimensioni, con capacità di contenimento fino a 5.000 quintali di acqua.
Per il resto la solita passerella di trattori enormi, utilissimi per i selfie dei curiosi, la premiazione dei migliori allevatori, contoterzisti e produttori, che servono solo a fare curriculum e folklore, e il pienone degli stand di panini e birra.
Sicuramente una fiera, quella di Verona, che oltre ad aver messo in mostra il meglio della tecnologia applicabile all’agricoltura intensiva e specializzata, ha anche evidenziato quanto la politica e la burocrazia, che propongono bandi di finanziamento calati sulle tematiche ambientali sempre più cogenti e preoccupanti, siano lontane da quelle che sono le esigenze degli agricoltori e le scelte produttive delle case costruttrici.