Arci Viterbo sarà in piazza il 24 febbraio per chiedere l’immediato stop al genocidio del popolo palestinese, la fine delle guerre e delle politiche neocoloniali che stanno portando a un’escalation militare che rischia di coinvolgere tutto il mondo.
Dopo la decisione della Corte Internazionale di Giustizia di accettare il caso di genocidio sollevato dal Sud Africa contro lo stato israeliano la risposta israeliana è stata quella di procedere con la distruzione e invadere Rafah dove sopravvive la popolazione sfollata. I paesi occidentali, inclusa l’Italia, ignorando completamente il pronunciamento della Corte, continuano a fornire supporto alla politica criminale del governo israeliano fino a arrivare alla sospensione dei fondi per l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi (UNRWA): un atto illegale che contraddice la sentenza della Corte.
Contemporaneamente, senza mandato dell’ONU e senza voto parlamentare, stiamo per prendere il comando tattico della missione ASPIDES nel Mar Rosso contro le azioni degli Houti yemeniti, una missione potenzialmente offensiva, con regole di ingaggio fumose, che ci rende attori attivi del conflitto in Medio Oriente e ci espone al coinvolgimento diretto nella possibile escalation.
Invece di contribuire a risolvere il problema alla radice, mettendo fine al massacro a Gaza, l’Italia decide di andare alla guerra.
Arci Viterbo condivide l’appello di Arci Nazionale per lo stop al genocidio. Occorre costruire il massimo di unità intorno a alcune richieste: Cessate il fuoco immediato; fine dell’occupazione della Palestina; autoderminazione per il popolo palestinese; uguali diritti per i due popoli; libertà per tutti i prigionieri.
Invitiamo tutte le persone a partecipare al presidio di sabato 24 febbraio alle 11:00, in largo degli Almadiani (piazza del Sacrario) a Viterbo per chiedere lo stop immediato al genocidio.
«Fermiamo il genocidio a Gaza, fermiamo le guerre, i crimini di guerra, il riarmo, l’apertura di nuovi fronti. Chiediamo impegno per il cessate il fuoco in tutti i conflitti, quelli in prima pagina e quelli dimenticati, come le guerre africane. Chiediamo il cessate il fuoco in Ucraina, serve una soluzione politica, basta con le armi. Basta con il neo-colonialismo, i due pesi e due misure, le violazioni del diritto internazionale».