Mostra collettiva di Arte Contemporanea a Viterbo
Filía è il nesso che lega i 23 artisti della prossima mostra collettiva di Arte Contemporanea, nata dall’infaticabile Galleria Artemiro che da otto mesi a questa parte offre a Viterbo inesauribili gioie visive. L’amore per l’arte, per le immagini, espresse in ogni forma, colore, mezzo, stile è certamente il filo conduttore dell’esposizione che si inaugurerà il 30 novembre alle ore 17 nella sede di via Saffi, 19.
L’amicizia e la costruzione di legami personali è anche il trait-d’union che lega i diversi pittori, molti di loro pluripremiati e la cui eco porta in città un respiro di internazionalità e prestigio. Nonostante le inclinazioni personali e la pluralità di stili, tutti gli autori hanno come comune denominatore l’affetto e la familiarità con Sandro Trotti, da sempre Ambassador di bellezza e stile tra Cina e Italia. È in questo humus di relazioni che fiorisce la lunga collaborazione con Lei Xiaozhou, direttore della prestigiosa Accademia di Canton, giunto a Caprarola per una residenza d’artista e per visitare la nostra bella Tuscia.
Ma le declinazioni della filía sono tante: oltre all’amore e all’amicizia, c’è anche la simpatia, nel senso etimologico del termine, espressa nella diversità delle cifre stilistiche di Tommaso Cascella, e dei suoi figli d’arte, Davide Sebastian e Matteo Basilé, che esprimono una comune dedizione al mezzo creativo, nonostante le forti e distinte direzioni delle loro singolari personalità.
Per Michelino Iorizzo filía vuol dire affinità con il suo maestro, Sandro Trotti, con il quale condivide ricerca e sperimentazione, pur declinando autonomamente la propria aspirazione all’invisibile con assoluta originalità stilistica.
Se “l’antropologia è vedere, non guardare, non osservare, non scrutare, ma vedere”, come ci insegna Paolo Sorrentino nel suo ultimo film, allora anche nell’arte di Lucrezia Testa Iannilli siamo invitati ad esercitare questo muscolo oculare, tanto oberato di immagini, ma poco abituato al discernimento critico. Grazie alla sua arte performativa siamo obbligati ad interrogarci sull’uomo e sul senso di un’esistenza cui tentano di dare una risposta anche gli altri pregevoli artisti in mostra ad Artemiro.
Potremmo così riflettere e rispondere alle ricche sollecitazioni che su diversi livelli e a diverso titolo il nostro sguardo riceverà: un’occasione da non perdere, questa, che ci spinge ad andare oltre il visibile, oltre la prima vista, nella cui trappola l’occhio distratto potrebbe scivolare, per immergerci a tutto tondo nell’arte di oggi, raccogliendo la sfida dei suoi autori ad entrare nell’opera, tuffandoci nel suo mistero.
Barbara Aniello