I mulini della Collegiata di S. Angelo in Spatha
I mulini della Collegiata di S. Angelo in Spatha: una struttura fondamentale per l’approvvigionamento alimentare di Viterbo nel tardo medioevo.
La prof.ssa Angela Lanconelli, già Archivista presso l’Archivio di Stato di Roma e docente di Diplomatica presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica annessa allo stesso istituto, docente di Storia degli insediamenti e del paesaggio agrario medievale e Paleografia presso l’Università della Tuscia. Socio ordinario della “Società Romana di Storia Patria” ci parla dei mulini della Collegiata di S. Angelo in Spatha a Viterbo.
Il processo di formazione della città, nata tra XI e XII secolo dall’aggregazione di più nuclei insediativi preesistenti, determinò l’inserimento all’interno del tessuto urbano di alcuni torrenti che erano in grado, pur avendo una portata modesta, di alimentare un consistente numero di mulini da cereali.
In totale fra i mulini installati all’interno delle mura e quelli esterni, per il XIII secolo è stato possibile censire ventiquattro mulini da cereali, che nel secolo successivo diventano ventotto, dei quali dieci interni alle mura urbiche.
Le fonti scritte non contengono indicazioni chiare sulla struttura degli impianti viterbesi, dal momento che sono costituite in prevalenza da atti notarili riguardanti compravendite o locazioni degli stessi. Solo di rado, ad esempio quando si concede in locazione un mulino danneggiato da eventi naturali, troviamo delle clausole che stabiliscono le modalità di ripartizione delle spese per il rifacimento del meccanismo che azionava la macina e ne indicano le parti, non sempre identificabili con certezza.
L’appuntamento è martedì 8 ottobre alle ore 17:00 nella “Sala Osbat” del Centro di documentazione della Diocesi di Viterbo, Piazza S. Lorenzo 6/a