Lo scorso 17 aprile personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Viterbo ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, a carico di una 53enne di origine polacca che da anni tormentava il compagno. Le indagini sono iniziate un mese fa quando un italiano residente nel capoluogo si è presentato in Questura per denunciare i plurimi episodi di violenza subiti dalla propria moglie.
L’uomo ha raccontato agli inquirenti di essere vittima da sei anni di atteggiamenti da parte della compagna convivente, diventati via via sempre più aggressivi. Inizialmente insulti, poi anche schiaffi, calci, pugni e lancio di oggetti.
Nonostante i tentativi dell’uomo di trovare una soluzione, anche proponendo alla donna di seguire un percorso terapeutico per la cura dall’abuso di sostanze alcoliche, le violenze in ambito domestico sono proseguite: una sera aveva divelto un termosifone di casa provocandone l’allagamento; un’altra volta, davanti agli occhi attoniti dei vicini, lo picchiava in terrazzo, poi ancora dava in escandescenza in un locale pubblico di Viterbo fino al culmine raggiunto lo scorso 8 marzo, in occasione della festa della donna. Nella circostanza lui, prima di accompagnare la sorella in ospedale, regalava un mazzo di mimose alla compagna che, ubriaca, per tutta risposta gettava i fiori nel camino e lo accusava di avere una relazione incestuosa con la sorella stessa, colpendolo poi con un bastone all’inguine.
Da allora, per timore della propria incolumità, la vittima decideva di non rientrare a casa, trovando ospitalità da un amico. Il provvedimento è stato eseguito al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo e corroborate anche da numerose testimonianze di vicini e conoscenti raccolte dai poliziotti.