Misoginia, patriarcato, maschilismo, mancanza di educazione al rispetto altrui, mercificazione del corpo femminile.
Purtroppo dobbiamo fare i conti con questa realtà ancora in atto: siamo tutte Giulia potenzialmente. Non siamo ancora libere.
Per certi “uomini” le donne devono essere dipendenti economicamente e mentalmente da loro, altrimenti, se non alimentano il loro ego, meritano di essere diffamate o uccise.
Una donna non può ancora lasciare un uomo senza ripercussioni e un uomo può uccidere in tanti modi:
che siano dicerie, screditamenti, maldicenze, conseguenze economiche e lavorative o fisiche.
L’uomo non ammette che una donna possa scegliere altro per la propria vita.
Non possiamo e non dobbiamo trovare di meglio.
Nel 2024 non è ancora accettabile pensare che una giovane donna possa laurearsi, realizzarsi, crearsi una vita piena di soddisfazioni in cui il merito è tutto suo. Certi uomini hanno un irrazionale bisogno di sentirsi artefici del benessere della propria donna, sottovalutandola ed offendendola non riconoscendo i suoi talenti e le sue potenzialità.
Se un “uomo” non uccide letteralmente, prova almeno ad annientare la “sua” donna screditandola agli occhi degli altri. È ancora una “questione d’onore”…
“Se lasci, hai per forza un altro!”. “Se lasci una situazione di comodo sei pazza”. “Sei manipolata da qualcun altro, non è possibile che tu decida autonomamente di andartene per vivere la tua vita, essere felice e realizzata senza il mio aiuto.”
Se togliamo loro questo merito, l’affronto è insopportabile e quindi si passa dall’essere “l’amore della sua vita”, alla persona peggiore del mondo a cui la vita va rovinata se non tolta.
La cultura maschilista, ancora fortemente radicata, anche nel ricco Nord-Est, induce al controllo sulle donne e quando non gli riesce certi uomini iniziano a provare frustrazione, rabbia e odio che sfocia in violenza fisica, verbale, psicologica.
Non parlate di amore in circostanze simili. Giulia non era amata né rispettata.
L’amore è un’altra cosa. L’amore esiste anche a distanza, al di là della frequentazione quotidiana, l’amore è rispetto, sempre e comunque. Rispetto soprattutto della libertà e della serenità dell’altro.
Se tarpa le ali non è amore, ma senso di possesso. Tipico di persone materialiste animate da egoismo ed egocentrismo.
Trovo sia sbagliato dare la totale responsabilità ai genitori degli assassini. Il libero arbitrio ci fa scegliere ed agire. La famiglia, la scuola, il contesto sociale ci offrono le basi su cui coltivare la nostra persona, ma poi la responsabilità è personale.
Direttamente dal bassissimo medioevo culturale, dedico il mio editoriAle a Giulia e a tutte le donne vittime di uomini che non sanno rispettarle e che non sanno neanche lontanamente cosa significhi amare una persona, continuare a volerle bene e a rispettarla anche dopo la fine di una storia (non) d’amore.
Alessia Satta