Un incontro di riflessione e di testimonianza a Vetralla
La mattina di domenica 9 febbraio 2025 si e' svolto a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, un incontro di commemorazione, di riflessione e di testimonianza "Dalla parte di tutte le vittime, contro tutte le guerre e le uccisioni". All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo. Di seguito una sintesi dello svolgimento dell'incontro. * 1. Un ricordo di Armida Marinozzi L'incontro si e' aperto con il ricordo della nostra indimenticabile compagna di lotte Armida Marinozzi, deceduta pochi giorni fa. Per oltre mezzo secolo Armida e' stata partecipe a Vetralla e nell'Alto Lazio di tutte le lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e di tutte le lotte per la salvaguardia della biosfera. Generosa e saggia, la sua scintillante ironia, la sua profonda empatia, la sua capacita' di comprensione e la sua prontezza nel recare aiuto a chi di aiuto aveva bisogno, la sua nettezza nel denunciare e contrastare tutte le ingiustizie e le oppressioni, la modestia e la gentilezza - insieme alla sobrieta' e alla parresia - nelle relazioni interpersonali e nel quotidiano condursi, la disponibilita' all'ascolto e la vicinanza accudente, facevano di lei la migliore delle persone amiche e un punto di riferimento morale e civile, una persona buona e una militante politica del movimento di liberazione dell'umanita' da tutte le violenze e le menzogne, una persona che nel suo sentire ed agire incarnava l'umanita' come dovrebbe essere. Nel suo ricordo si possa noi saper proseguire nella lotta comune per il bene comune dell'umanita' intera. * 2. Opporsi al fascismo che torna In quest'ora terribile dell'umanita' assistiamo al ritorno della guerra onnicida, allo sfrenato riarmo stragista, al dilagare della barbarie assassina, al dirompere della ferocia razzista, alla crescita esponenziale dei femminicidi, all'ingigantirsi dello sfruttamento disumano e letale fino al ritorno e all'espansione del modo di produzione schiavista, alla catastrofe ambientale; in una parola: al ritorno del fascismo nell'epoca in cui le tecnologie distruttive rendono possibile l'annientamento dell'umanita' intera. Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni. Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani. Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa contrastare ogni violenza, ogni menzogna, ogni oppressione. Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa fondare la civile convivenza sulla regola aurea che suona "Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te". Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa fare la scelta della nonviolenza, la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, la scelta concreta e coerente della nonviolenza. Opporsi al fascismo, come ci chiede anche la Costituzione repubblicana, significa fare della nonviolenza la scelta morale e politica fondamentale per la civile convivenza, per la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, per la salvezza e il bene comune dell'umanita' intera. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe. * 3. Dalla parte di tutte le vittime, contro tutte le guerre e le uccisioni Ogni vittima ha il volto di Abele. La memoria di tutte le vittime convoca l'umanita' intera a cessare di uccidere. Abolire le guerre, gli eserciti, le armi. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui siamo tutte e tutti parte e custodi. Salvare le vite e' il primo dovere. * 4. Gratitudine e solidarieta' per Leonard Peltier che dopo 49 anni di carcere da innocente il 18 febbraio tornera' alla sua casa e alla sua famiglia Ancora una volta rinnoviamo la nostra gratitudine e la nostra solidarieta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, che dopo 49 anni di carcere da innocente, ormai vecchio e gravemente malato, il 18 febbraio tornera' alla sua casa e alla sua famiglia. Il 6 febbraio scorso ricorrevano 49 anni dall'arresto di Leonard Peltier. Dopo quasi mezzo secolo di prigione, il 18 febbraio 2025 potra' finalmente tornare a casa, in virtu' della commutazione della condanna, commutazione decisa dal presidente Biden l'ultimo giorno del suo mandato. 49 anni di detenzione: Leonard Peltier ne ha ora 80, ed e' gravemente malato. 49 anni di detenzione: per un delitto che Leonard Peltier non ha commesso. 49 anni di detenzione: una feroce persecuzione protrattasi per mezzo secolo. Ma anche: 49 anni di resistenza. 49 anni in cui dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare in difesa del suo popolo, in difesa di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente. 49 anni in cui dal carcere Leonard Peltier ha sostenuto per quanto gli era possibile innumerevoli lotte per il bene comune dell'umanita' e per la salvaguardia della Madre Terra. 49 anni in cui dal carcere Leonard Peltier ha testimoniato giorno dopo giorno la verita', la giustizia, il bene. Tra pochi giorni, il 18 febbraio, tornera' alla propria abitazione, alla propria famiglia, tra la sua gente. E proseguira' la lotta per il bene comune dell'umanita', ovviamente nei limiti in cui la sua avanzata vecchiaia e le sue precarie condizioni di salute glielo consentiranno. Avra' quindi ancora bisogno del sostegno delle persone di volonta' buona, dei movimenti democratici e delle civili istituzioni che in questi cinquant'anni hanno riconosciuto in lui un testimone della dignita' umana, un innocente perseguitato, un difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un difensore del mondo vivente. Avra' quindi ancora bisogno del sostegno delle persone, dei movimenti e delle istituzioni per le spese mediche e per i bisogni della vita quotidiana di una persona anziana e malata. Avra' quindi ancora bisogno del sostegno delle persone, dei movimenti e delle istituzioni per continuare nelle molteplici iniziative umanitarie e nel sostegno alle iniziative di solidarieta', di giustizia e di liberazione che lungo mezzo secolo dal carcere ha promosso e sostenuto. Ridiffondiamo quindi l'appello a contribuire alle spese per il ritorno a casa e per le cure mediche di Leonard Peltier. Ed invitiamo pertanto tutti gli interlocutori e tutte le interlocutrici a diffondere ulteriormente l'appello e ad aderire ad esso collegandosi al sito del "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org L'APPELLO DEL "LEONARD PELTIER OFFICIAL SUPPORT GROUP": SUPPORT LEONARD PELTIER'S JOURNEY HOME [Dal sito www.freeleonardpeltiernow.org riprendiamo e diffondiamo. Per le indicazioni pratiche per le donazioni collegarsi al sito] "On January 20, 2025, President Joe Biden granted executive clemency to Leonard Peltier, commuting the remainder of his sentence. After 49 years behind bars, Leonard will finally be going home. He will be released from Coleman Penitentiary on February 18, 2025. Leonard Peltier is an elder, a symbol of resilience, and a beacon of hope for Indigenous communities and human rights advocates worldwide. Yet, after nearly five decades of incarceration, he faces numerous challenges as he reintegrates into the community. Your support can make a profound difference in his life. Leonard Peltier has a world of supporters. We can all work together to ensure his independence as a free man. Donations will go directly to help Leonard with the following: Medical care. Leonard has urgent medical needs, some of which are still to be determined. Living expenses as he transitions to life outside prison. Art supplies to help him continue his passion for painting, which has sustained him throughout his imprisonment. Unforeseen expenses. The world has changed drastically over the past five decades. This campaign is organized in collaboration with the Leonard Peltier Official Support Group, the only organization authorized by Leonard Peltier to raise funds on his behalf. Please visit www.freeleonardpeltiernow.org to listen to a statement from Leonard himself. All funds raised will be allocated to Leonard's care and well-being. Let us unite to honor this elder and ensure he receives the support and dignity he deserves after enduring so much. Every contribution will mark history. Leonard Peltier has sacrificed for all of us. He needs to know that all his supporters are working together to ensure that the deprivation he has suffered for almost five decades is firmly left in the past. Your generosity will directly affect Leonard's journey home. Please donate today and share this campaign with your friends, family, and networks. Thank you for standing with Leonard Peltier". Cosi l'appello del "Leonard Peltier Official Support Group". Continuiamo a sostenere Leonard Peltier. Contribuiamo alla raccolta di fondi per il ritorno a casa e le cure mediche necessarie a Leonard Peltier. Diffondiamo l'informazione e facciamo proseguire la solidarieta'. Di seguito riproponiamo alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier. Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 48 anni prigioniero innocente. Tornera' alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente Biden nell'ultimo giorno del suo mandato, il 20 gennaio 2025, gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato. Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica: https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili: - Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt). - Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994. - Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005. - Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002. - Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata. Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier": https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)": https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali. Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org * 5. Adesione e sostegno all'"One Billion Rising" del 14 febbraio Contro la dilagante violenza maschilista e patriarcale, contro l'orrore dei femminicidi, sosteniamo l'iniziativa "One Billion Rising" che anche quest'anno si svolgera' in tutto il mondo il 14 febbraio e nei giorni immediatamente precedenti e successivi. Riportiamo di seguito il testo integrale dell'appello del Coordinamento "One Billion Rising" Italia. ONE BILLION RISING ITALIA: APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE A "ONE BILLION RISING" 2025 [Dal Coordinamento OBR Italia (per contatti: e-mail: obritalia@gmail.com, sito: www.onebillionrising.org) riceviamo e diffondiamo] "Cara Amica, Caro Amico, Car* Amic*, anche quest'anno, forse piu' che in ogni altro anno, ti chiediamo di unirti a noi nell'iniziativa mondiale One Billion Rising: Un miliardo di voci contro la violenza sulle donne. Da un'idea di Eve Ensler a questa straordinaria campagna, nata 11 anni fa negli Stati Uniti, aderiscono 128 Paesi dei cinque Continenti. E' senza dubbio la piu' grande mobilitazione planetaria contro la violenza sulle donne e sulle bambine. In Italia OBR e' orgogliosa di confermare il patrocinio di Amnesty International Italia, Amref Italia, Differenza Donna Aps e Assist Associazione Nazionale Atlete APS. L'adesione all'iniziativa non comporta alcun costo o vincolo. Chiede invece un momento di riflessione e confronto vero su questo tema (lettura di testi, reading, convegni, spazi di riflessione ecc.) e la preparazione di un flashmob (sarete voi attivist* a decidere dove) che consiste in un ballo chiamato "Break The Chain". Questa canzone coinvolgente e piena di vitalita' ha parole di liberta' e riscatto da ogni forma di violenza. Di seguito troverai tutte le informazioni che invieremo a tutti, Associazioni, Scuole, aziende, gruppi organizzati e a chiunque voglia con noi fa sentire la propria voce. La data mondiale e' il 14 febbraio (trasformare il san Valentino "commerciale" in un vero atto d'amore nei confronti delle donne) ma in realta' gli eventi/flashmob si possono organizzare durante tutto il mese di febbraio e il mese di marzo. In Italia lo scorso anno stati organizzati oltre 80 eventi, grazie ad associazioni, gruppi informali, scuole e aziende. In questo link puoi trovare una piccola clip di alcune delle immagini dei flashmob organizzati nella scorsa edizione: https://www.youtube.com/watch?v=d8ARcFBEZKE&t=52s Siamo convinte che veicolare un messaggio semplice e universale "No alla violenza sulle donne e sulle bambine" sia l'occasione per una riflessione consapevole e preziosa per le generazioni che abiteranno il mondo dopo di noi. Per ogni ulteriore informazione: https://www.onebillionrising.org/ https://www.facebook.com/obritalia https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia?igsh=MXNzYm85dW5ma2toMw== Di seguito le informazioni pratiche per aderire e le linee guida per la partecipazione. In attesa di un tuo cortese riscontro, ti saluto con grande affetto e stima. Coordinamento One Billion Rising Italia Nicoletta Billi Luisa Garribba Rizzitelli Margherita Giuliodori Santicchia ONE BILLION RISING 2025 INSIEME CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE Carissim*, non solo per i numeri impressionanti della violenza alle donne nel nostro Paese, ma per sentirci ancora e sempre tutte e tutti uniti nella difesa dei diritti delle donne contro ogni estremismo e politica reazionaria sulla liberta' delle donne, ti chiediamo di essere con noi anche quest'anno. Noi non restiamo indifferenti ai crimini che in ogni parte del mondo le bambine, le ragazze, le donne devono subire. Noi crediamo che la nostra voce non sia inutile e che la mobilitazione di One Billion Rising in 13 anni di impegno abbia contribuito a creare consapevolezza e forza. In occasione del 25 Novembre 2024, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti. La societa' civile tutta deve e puo' fare la sua parte, per il presente e per il futuro: per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne. One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti, tra cui noi in Italia. Oltre 90 gli eventi che abbiamo visto realizzati nel 2024. Puoi aderire alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING dando libero sfogo alla tua creativita' oppure seguendo le modalita' che seguono. 1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2025 Con l'aiuto di esperte dei centri antiviolenza del vostro territorio, potrete promuovere sensibilizzazione e riflessione e il confronto sul tema della violenza di genere. Incontri, convegni, focus group, lezioni nelle scuole, iniziative nelle gare sportive, attivita' ludico motorie, ma anche di teatro, cinema e reading. Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande Se ad esempio, volete anche proporre il progetto nelle Scuole potreste suggerire queste iniziative: - Scrivere dei temi o dei racconti brevi - Realizzare un podcast - Dare vita ad una mostra fotografica - Creare un fumetto - Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione - Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme - Comporre una canzone o un rap - Realizzare uno spot video di max 30 secondi - Ideare uno spettacolo teatrale - Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime - Creare una presentazione power point - Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento - Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie 2) 14 FEBBRAIO 2025 (o altra data scelta): FLASH MOB Il 14 Febbraio 2024 – o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia: Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi: https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA Chiediamo per questo di: - organizzare un flashmob ballando la coreografia ufficiale, "Break the Chain" tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo, coinvolgendo piu' persone possibile, uomini e donne; - Precedere l'esecuzione della coreografia con brevi letture o testimonianze a tema; - Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviandoci qualche scatto o video amatoriale alla mail obritalia@gmail.com E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di: - Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione - Diffondere sui propri social le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa Potete se volete produrre magliette o altri gadget da regalare a chi saprete coinvolgere. OBR Italia promuovera' la vostra iniziativa su tutti i canali social. Sempre apprezzato e' il patrocinio di Istituzioni che vogliano sostenere le vostre iniziative. Grazie per l'attenzione preziosa Coordinamento OBR Italia Nicoletta Billi 3332432777 Luisa Garribba Rizzitelli 3454767246 Margherita Santicchia 3280199958 Per aderire mandate una mail a obritalia@gmail.com One Billion Rising Italia - Via Germanico, 171 – 00184 Roma". Cosi' l'appello del Coordinamento "One Billion Rising" Italia. La violenza maschile e la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze. Se non si sconfigge la violenza maschile non e' possibile fermare tutte le altre violenze. Sosteniamo la lotta del movimento delle donne per la liberazione dell'umanita' intera. * L'incontro si e' concluso con una rievocazione della figura e dell'opera di Primo Levi. Alleghiamo in calce alcuni testi di Primo Levi.
Nota a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Vetralla-Viterbo, 9 febbraio 2025
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
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ALLEGATO: ALCUNI TESTI DI PRIMO LEVI [Riproponiamo ancora una volta i seguenti testi. Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. L'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti, cui si e' poi aggiunto un terzo volume, Opere complete III, Einaudi, Torino 2018, sempre a cura di Marco Belpoliti, che raccoglie conversazioni, interviste, dichiarazioni, bibliografia e indici. Cfr. anche il sito del Centro Internazionale di Studi Primo Levi (www.primolevi.it)]
Primo Levi: Shema' [Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre Se questo e' un uomo), ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 525]
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo e' un uomo, Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si' o per un no. Considerate se questa e' una donna, Senza capelli e senza nome Senza piu' forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno.
Meditate che questo e' stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi: Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.
10 gennaio 1946
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Primo Levi: Alzarsi [Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre La tregua), ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 526]
Sognavamo nelle notti feroci Sogni densi e violenti Sognati con anima e corpo: Tornare; mangiare; raccontare. Finche' suonava breve sommesso Il comando dell'alba: "Wstawac": E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa, Il nostro ventre e' sazio, Abbiamo finito di raccontare. E' tempo. Presto udremo ancora Il comando straniero: "Wstawac".
11 gennaio 1946
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Primo Levi: Si immagini ora un uomo... [Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, p. 21]
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sara' un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignita' e discernimento, poiche' accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potra' a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinita' umana; nel caso piu' fortunato, in base ad un puro giudizio di utilita'. Si comprendera' allora il duplice significato del termine "Campo di annientamento"...
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Primo Levi: Che appunto perche'... [Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, p. 35]
Che appunto perche' il Lager e' una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si puo' sopravvivere, e percio' si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere e' importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l'impalcatura, la forma della civilta'. Che siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facolta' ci e' rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perche' e' l'ultima: la facolta' di negare il nostro consenso.
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Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945 [Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, pp. 205-206]
La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla (...). Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi (...). Non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pieta', da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volonta' buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
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Primo Levi: Hurbinek [Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, p. 216]
Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai visto un albero; Hurbinek, che aveva combattuto come un uomo, fino all'ultimo respiro, per conquistarsi l'entrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza bestiale lo aveva bandito; Hurbinek, il senzanome, il cui minuscolo avambraccio era pure stato segnato col tatuaggio di Auschwitz; Hurbinek mori' ai primi giorni del marzo 1945, libero ma non redento. Nulla resta di lui: egli testimonia attraverso queste mie parole.
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Primo Levi: Approdo [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 542]
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro se' mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati; E siede e beve all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si e' tersa la fronte E riposa al margine del cammino. Non teme ne' spera ne' aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.
10 settembre 1964
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Primo Levi: La bambina di Pompei [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 549]
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna Che ti sei stretta convulsamente a tua madre Quasi volessi ripenetrare in lei Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero. Invano, perche' l'aria volta in veleno E' filtrata a cercarti per le finestre serrate Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso. Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata A incarcerare per sempre codeste membra gentili. Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso, Agonia senza fine, terribile testimonianza Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme. Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella, Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani: La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento, La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito. Nulla rimane della scolara di Hiroshima, Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli, Vittima sacrificata sull'altare della paura. Potenti della terra padroni di nuovi veleni, Tristi custodi segreti del tuono definitivo, Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo. Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
20 novembre 1978
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Primo Levi: Non ci sono demoni... [Da Primo Levi, La ricerca delle radici, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 1519]
Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso, che e' senza ritorno.
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Primo Levi: Partigia [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 561]
Dove siete, partigia di tutte le valli, Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse? Molti dormono in tombe decorose, Quelli che restano hanno i capelli bianchi E raccontano ai figli dei figli Come, al tempo remoto delle certezze, Hanno rotto l'assedio dei tedeschi La' dove adesso sale la seggiovia. Alcuni comprano e vendono terreni, Altri rosicchiano la pensione dell'Inps O si raggrinzano negli enti locali. In piedi, vecchi: per noi non c'e' congedo. Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna, Lenti, ansanti, con le ginocchia legate, Con molti inverni nel filo della schiena. Il pendio del sentiero ci sara' duro, Ci sara' duro il giaciglio, duro il pane. Ci guarderemo senza riconoscerci, Diffidenti l'uno dell'altro, queruli, ombrosi. Come allora, staremo di sentinella Perche' nell'alba non ci sorprenda il nemico. Quale nemico? Ognuno e' nemico di ognuno, Spaccato ognuno dalla sua propria frontiera, La mano destra nemica della sinistra. In piedi, vecchi, nemici di voi stessi: La nostra guerra non e' mai finita.
23 luglio 1981
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Primo Levi: Il superstite [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 576]
a B. V.
Since then, at an uncertain hour, Dopo di allora, ad ora incerta, Quella pena ritorna, E se non trova chi lo ascolti Gli brucia in petto il cuore. Rivede i visi dei suoi compagni Lividi nella prima luce, Grigi di polvere di cemento, Indistinti per nebbia, Tinti di morte nei sonni inquieti: A notte menano le mascelle Sotto la mora greve dei sogni Masticando una rapa che non c'e'. "Indietro, via di qui, gente sommersa, Andate. Non ho soppiantato nessuno, Non ho usurpato il pane di nessuno, Nessuno e' morto in vece mia. Nessuno. Ritornate alla vostra nebbia. Non e' mia colpa se vivo e respiro E mangio e bevo e dormo e vesto panni".
4 febbraio 1984
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Primo Levi: Contro il dolore [Da Primo Levi, L'altrui mestiere, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 675]
E' difficile compito di ogni uomo diminuire per quanto puo' la tremenda mole di questa "sostanza" che inquina ogni vita, il dolore in tutte le sue forme; ed e' strano, ma bello, che a questo imperativo si giunga anche a partire da presupposti radicalmente diversi.
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Primo Levi: Canto dei morti invano [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 615]
Sedete e contrattate A vostra voglia, vecchie volpi argentate. Vi mureremo in un palazzo splendido Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco Purche' trattiate e contrattiate Le vite dei vostri figli e le vostre. Che tutta la sapienza del creato Converga a benedire le vostre menti E vi guidi nel labirinto. Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi, L'esercito dei morti invano, Noi della Marna e di Montecassino Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima: E saranno con noi I lebbrosi e i tracomatosi, Gli scomparsi di Buenos Aires, I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia, I patteggiati di Praga, Gli esangui di Calcutta, Gl'innocenti straziati a Bologna. Guai a voi se uscirete discordi: Sarete stretti dal nostro abbraccio. Siamo invincibili perche' siamo i vinti. Invulnerabili perche' gia' spenti: Noi ridiamo dei vostri missili. Sedete e contrattate Finche' la lingua vi si secchi: Se dureranno il danno e la vergogna Vi annegheremo nella nostra putredine.
14 gennaio 1985
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Primo Levi: Agli amici [Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 623]
Cari amici, qui dico amici Nel senso vasto della parola: Moglie, sorella, sodali, parenti, Compagne e compagni di scuola, Persone viste una volta sola O praticate per tutta la vita: Purche' fra noi, per almeno un momento, Sia stato teso un segmento, Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d'un cammino Folto, non privo di fatica, E per voi pure, che avete perduto L'anima, l'animo, la voglia di vita. O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu Che mi leggi: ricorda il tempo Prima che s'indurisse la cera, Quando ognuno era come un sigillo. Di noi ciascuno reca l'impronta Dell'amico incontrato per via; In ognuno la traccia di ognuno. Per il bene od il male In saggezza o in follia Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso, Che le imprese sono finite, A voi tutti l'augurio sommesso Che l'autunno sia lungo e mite.
16 dicembre 1985
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Primo Levi: La vergogna del mondo [Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, pp. 1157-1158]
E c'e' un'altra vergogna piu' vasta, la vergogna del mondo. E' stato detto memorabilmente da John Donne, e citato innumerevoli volte, a proposito e non, che "nessun uomo e' un'isola", e che ogni campana di morte suona per ognuno. Eppure c'e' chi davanti alla colpa altrui, o alla propria, volge le spalle, cosi' da non vederla e non sentirsene toccato: cosi' hanno fatto la maggior parte dei tedeschi nei dodici anni hitleriani, nell'illusione che il non vedere fosse un non sapere, e che il non sapere li alleviasse dalla loro quota di complicita' o di connivenza. Ma a noi lo schermo dell'ignoranza voluta, il "partial shelter" di T. S. Eliot, e' stato negato: non abbiamo potuto non vedere. Il mare di dolore, passato e presente, ci circondava, ed il suo livello e' salito di anno in anno fino quasi a sommergerci. Era inutile chiudere gli occhi o volgergli le spalle, perche' era tutto intorno, in ogni direzione fino all'orizzonte. Non ci era possibile, ne' abbiamo voluto, essere isole; i giusti fra noi, non piu' ne' meno numerosi che in qualsiasi altro gruppo umano, hanno provato rimorso, vergogna, dolore insomma, per la colpa che altri e non loro avevano commessa, ed in cui si sono sentiti coinvolti, perche' sentivano che quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai piu'; avrebbe dimostrato che l'uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e che il dolore e' la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare.
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Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire [Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, pp. 1149-1150]
L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...). Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire.
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Primo Levi: Al visitatore [Da Primo Levi, testo pubblicato per l'inaugurazione del Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti, ora in Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, pp. 1335-1336]
La storia della Deportazione e dei campi di sterminio, la storia di questo luogo, non puo' essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: dai primi incendi delle Camere del Lavoro nell'Italia del 1921, ai roghi di libri sulle piazze della Germania del 1933, alla fiamma nefanda dei crematori di Birkenau, corre un nesso non interrotto. E' vecchia sapienza, e gia' cosi' aveva ammonito Heine, ebreo e tedesco: chi brucia libri finisce col bruciare uomini, la violenza e' un seme che non si estingue. E' triste ma doveroso rammentarlo, agli altri ed a noi stessi: il primo esperimento europeo di soffocazione del movimento operaio e di sabotaggio della democrazia e' nato in Italia. E' il fascismo, scatenato dalla crisi del primo dopoguerra, dal mito della "vittoria mutilata", ed alimentato da antiche miserie e colpe; e dal fascismo nasce un delirio che si estendera', il culto dell'uomo provvidenziale, l'entusiasmo organizzato ed imposto, ogni decisione affidata all'arbitrio di un solo. Ma non tutti gli italiani sono stati fascisti: lo testimoniamo noi, gli italiani che siamo morti qui. Accanto al fascismo, altro filo mai interrotto, e' nato in Italia, prima che altrove, l'antifascismo. Insieme con noi testimoniano tutti coloro che contro il fascismo hanno combattuto e che a causa del fascismo hanno sofferto, i martiri operai di Torino del 1923, i carcerati, i confinati, gli esuli, ed i nostri fratelli di tutte le fedi politiche che sono morti per resistere al fascismo restaurato dall'invasore nazionalsocialista. E testimoniano insieme a noi altri italiani ancora, quelli che sono caduti su tutti i fronti della II Guerra Mondiale, combattendo malvolentieri e disperatamente contro un nemico che non era il loro nemico, ed accorgendosi troppo tardi dell'inganno. Sono anche loro vittime del fascismo: vittime inconsapevoli. Noi non siamo stati inconsapevoli. Alcuni fra noi erano partigiani; combattenti politici; sono stati catturati e deportati negli ultimi mesi di guerra, e sono morti qui, mentre il Terzo Reich crollava, straziati dal pensiero della liberazione cosi' vicina. La maggior parte fra noi erano ebrei: ebrei provenienti da tutte le citta' italiane, ed anche ebrei stranieri, polacchi, ungheresi, jugoslavi, cechi, tedeschi, che nell'Italia fascista, costretta all'antisemitismo dalle leggi di Mussolini, avevano incontrato la benevolenza e la civile ospitalita' del popolo italiano. Erano ricchi e poveri, uomini e donne, sani e malati. C'erano bambini fra noi, molti, e c'erano vecchi alle soglie della morte, ma tutti siamo stati caricati come merci sui vagoni, e la nostra sorte, la sorte di chi varcava i cancelli di Auschwitz, e' stata la stessa per tutti. Non era mai successo, neppure nei secoli piu' oscuri, che si sterminassero esseri umani a milioni, come insetti dannosi: che si mandassero a morte i bambini e i moribondi. Noi, figli di cristiani ed ebrei (ma non amiamo queste distinzioni) di un paese che e' stato civile, e che civile e' ritornato dopo la notte del fascismo, qui lo testimoniamo. In questo luogo, dove noi innocenti siamo stati uccisi, si e' toccato il fondo delle barbarie. Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, ne' domani ne' mai.
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