Nella suggestiva cornice del Tempio Romanico di San Francesco di Capranica, sabato 18 maggio si è svolto il secondo concerto dedicato alla particolare formazione di duo pianistico formato da Maria Cristina Paolucci e Marialuisa Maggio.
Il primo ha inaugurato la rassegna col concerto di sabato 4 maggio con Roberta Aniello e Elisa De Dominicis. L’idea nasce dal desiderio di mostrare le possibilità sinfoniche del pianoforte nell’assetto a quattro mani, relegata nell’Ottocento ad un consumo familiare salottiero o didattico, comunque dilettantistico. La minirassegna è stata organizzata dal Comune di Capranica, con la collaborazione dell’Arciconfraternita “SS. Sacramento“di Capranica e della Pro Loco. Nell’introduzione Roberta Aniello, coordinatore del Laboratorio “F. Andreotti”, ha illustrato le origini e la storia della formazione, evidenziando i molteplici problemi di composizione e di esecuzione del duo: il pianoforte, infatti, che naturalmente incarna il ruolo di strumento solista, deve invece dividersi tra due esecutori i quali, in perfetto equilibrio, concepiscono il materiale musicale in modo unitario e coerente, pur incontrando difficoltà diverse dal punto di vista tecnico ed espressivo.
Nel primo evento le due esecutrici, che vantano una lunga esperienza dedicata a questo repertorio, hanno affrontato il primo improvviso tratto da Bilder aus Ostenop. 66 di Robert Schumann ovvero Quadri d’oriente, brano di raffinate suggestioni intellettuali e musicali dal carattere misterioso e sospeso in un gioco di luci ed ombre grazie ad un sapiente uso delle tonalità. A seguire si sono cimentate nella poderosa Fantasia in Fa minore op. 103 D. 940, composta fra il gennaio e l’aprile 1828 che raggiunge il culmine dell’espressività schubertiana e forse del linguaggio romantico. Il viaggio musicale ha alternato momenti più brumosi ad altri più solari ma il senso di malinconia e di sofferenza accumulato nel cammino, alla fine, si è quietato attraverso il dilatarsi dei motivi tematici e il diradarsi della scrittura. Nella Sonata in Do maggiore K 521 di Mozart, che rispecchia il gusto dell’intrattenimento e del divertimento, le pianiste hanno fatto emergere la maggiore consapevolezza dell’autore e la sua unica capacità di scavo delle possibilità espressive della tastiera. La Petite Suite L 71 del 1888/1889 di Debussy composta da quattro danze En bateau, Cortège, Menuet, Ballet, rivisitate in chiave moderna hanno esaltato la tastiera di Debussy divenuta una tavolozza infinitamente variegata in cui il colore si fa struttura.
Il pubblico intervenuto ha gradito il repertorio proposto seguendo con grande attenzione e partecipazione. Le due pianiste hanno dimostrato una coesione ritmica, agogica interpretativa e una fusione tecnica dovute ad un’intesa artistica, intellettuale e umana, e ad un’analisi lucida e approfondita delle composizioni affrontate, nonché rivolta alla ricerca di molteplici sfumature timbriche e dinamiche. Il duo ha dimostrato una precisa sincronia ritmica, agogica e interpretativa, sempre rivolta alla ricerca di molteplici sfumature timbriche e dinamiche, e una fusione tecnica dovuta ad un’intesa artistica, intellettuale e umana, e ad un’analisi lucida e approfondita delle composizioni affrontate. Al termine i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, nelle persone dell’Assessore Gloria Oroni e del vicesindaco Katia Taste, hanno sottolineato l’alto livello del concerto e il valore dell’iniziativa culturale.
Il secondo appuntamento, illustrato efficacemente da Maria Cristina Paolucci, ha affrontato un programma dedicato alla poetica romantica e tardoromantica, con tre autori: Mendelssohn, Rachmaninov e Ravel. Le due esecutrici hanno iniziato il concerto con l’Andante e Allegro Brillante op. 92 di Felix Mendelssohn,tuttora considerato uno dei brani più impegnativi dell’intero repertorio per pianoforte a 4 mani.Il programma è proseguito con I Six Morceaux op. 11 di Sergej Rachmaninov scritti nel 1894, dove l’autore sembra rifarsi ancora alla tradizione salottiera della formazione per duo pianistico e in età giovanile scrive sei brani che nella loro varietà ed eleganza rimandano alle raccolte degli autori propriamente ottocenteschi.
A seguire le pianiste hanno eseguito la Rhapsodie Espagnole di Maurice Ravel, composta nel 1907 a Valvins in un mese, scritta inizialmente per pianoforte a 4 mani e soltanto successivamente orchestrata, che rivela tutta l’attenzione del compositore per il ritmo, il timbro e l’uso di stilemi compositivi ispirati al folklore. Ognuna delle quattro parti che la compongono è stata esposta con un’attenzione peculiare al timbro e all’amalgama dei suoni. Le due esecutrici, molto applaudite, hanno dimostrato, nell’affrontare un repertorio così impegnativo, una scioltezza nel tratteggiare i motivi tematici e nel comunicare la gamma variegata di colori ai fini di un’espressività attenta e consapevole, frutto di uno studio attento e di una ricerca approfondita anche dal punto di vista musicologico.
La prof.ssa Aniello ha affermato di voler ampliare in futuro il progetto della rassegna per duo pianistico con l’intervento di varie formazioni affinché diventi un appuntamento annuale. Domenico ed Elisabetta Andreotti, genitori di Francesco dedicatario del Laboratorio Musicale Provinciale, hanno omaggiato le pianiste con bouquet floreali, ed hanno ringraziato per le attività del Laboratorio. Domenico Andreotti al temine ha espresso la sua soddisfazione e commozione con queste parole: <<Quando il cuore e la mente riescono ad innamorarsi di tanta bellezza ed amore, la musica dà spazio a qualsiasi pensiero>>.
Gianmaria Oroni