La sindaca: “Obiettivo mantenere la piena operatività. Passi avanti per la nuova struttura, che sarà fondamentale”
“L’ospedale di Acquapendente, in qualità di ospedale di zona disagiata confermato dall’atto aziendale Asl, è al centro di approfonditi ragionamenti, anche in relazione alla nascita della nuova struttura che dovrà essere realizzata. L’obiettivo resta il mantenimento della piena operatività del nostro ospedale, che deve essere in grado di offrire servizi adeguati ad un’area vasta e frenare la mobilità passiva verso presidi fuori regione“. Alessandra Terrosi, sindaca di Acquapendente, commenta così l’esito dei primi sopralluoghi del Comitato ristretto della Conferenza dei sindaci della Asl negli ospedali e case di comunità di Acquapendente, Montefiascone, Bagnoregio e Bolsena.
“È stata una prima e importante occasione per monitorare la situazione delle strutture sanitarie del territorio e ascoltare le esigenze di operatori e comunità locali – prosegue Terrosi – per cercare punti di equilibrio e soluzioni condivise. Tra i presidi visitati, è evidente come l’ospedale di Acquapendente emerga come quello caratterizzato da maggiore complessità, dal momento che riveste il ruolo di punto di riferimento per un’ampia porzione della provincia come ospedale di zona disagiata corredato, nella nuova struttura programmata, da un ospedale di comunità e dalla casa di comunità. Uno scenario che seguiamo con estrema attenzione, di concerto con Regione Lazio e Asl Viterbo, in quanto passaggio fondamentale per incrementare il diritto alla salute dei cittadini aquesiani e non solo“.
La sindaca di Acquapendente sottolinea, inoltre, gli esempi di Montefiascone, Bolsena e Bagnoregio, dove “la piena collaborazione tra amministrazioni comunali e Asl sta producendo risultati di rilievo. Allo stesso modo il Comune di Acquapendente – conclude Terrosi – continuerà sempre a svolgere un ruolo attivo, attraverso un confronto costruttivo con Asl e Regione, per mantenere la piena operatività dell’ospedale e salvaguardare tutto ciò che è stato ottenuto con le battaglie portate avanti anche dalle precedenti amministrazioni per evitare che venisse depotenziato a danno dei cittadini e dalle precedenti giunte regionali in termini di programmazione. Per fare questo serve lavorare a testa bassa come fatto finora, confrontarsi con tutti i livelli istituzionali, ascoltare le esigenze dei cittadini e degli operatori che vi lavorano e conoscere al meglio la realtà della sanità provinciale per fornire risposte rapide ed efficaci“.