Da qualche anno il Ponte sul Fiume Biedano, che collega velocemente il centro di Blera a tutte le aree periferiche fino alla frazione di Civitella Cesi, è sotto costante monitoraggio.
Si tratta di un ponte inaugurato alla fine degli anni ’30, e a quasi 100 anni di età, come plausibile dopo il crollo del Morandi, necessita di manutenzione e consolidamento.
Fin qui tutto abbastanza ragionevole e accettabile.
Quello che sta diventando inaccettabile, però, sono i tempi e i modi con cui stanno realizzando questi lavori.
Nonostante da oltre un anno si conoscesse la necessità di chiudere il Ponte per le attività manutentorie, né la Provincia di Viterbo, stazione appaltante, né l’amministrazione del Comune di Blera hanno messo in campo soluzioni e strumenti utili ad attenuare il disagio per i cittadini, i lavoratori e i turisti, senza considerare che a breve apriranno i frantoi e ci sarà disagio anche per gli agricoltori impegnati nella raccolta delle olive.
A fronte della chiusura ufficiale avvenuta il 24 luglio scorso, nel pieno delle sagre e delle feste dell’estate Blerana, dopo appena una settimana in cui sono state apposte le transenne e scaricati alcuni materiali, la ditta appaltatrice ha interrotto le attività.
Queste sono riprese soltanto nei primi giorni di settembre, ma sempre in maniera molto blanda, con appena due operai presenti su un cantiere del valore di quasi un milione di euro.
Nel frattempo Blera è spaccata in due, con i cittadini che per passare da una parte all’altra della valle del Biedano devono percorrere 14 chilometri, anche più volte al giorno, passando per Barbarano Romano.
Non solo perdite di tempo, ma anche perdite di soldi per il costo del carburante alla soglia dei 2 euro per litro.
L’unica alternativa studiata dal comune di Blera è stata il passaggio da sotto il Paese per poi risalire lungo la vecchia strada della Cava, con pendenze che arrivano al 40% e con un semaforo della durata di 15 minuti; soluzione, però, valida solo per motocicli e trattori.
Da un po’ di giorni, stante il disagio crescente dei cittadini e le lacune normative e organizzative della soluzione comunale, tutti, ovvero anche gli automobilisti, stanno utilizzando la viabilità alternativa con il semaforo da 15 minuti. Ma se fino ad ora, con l’estate, è stato tutto più agevole, cosa accadrà lungo questa viabilità, notoriamente a rischio frana, con le piogge autunnali e il gelo invernale? A ben vedere già il mese scorso un’auto si è ribaltata, fortunatamente senza gravi conseguenze, bloccando per ore la strada. Cosa proporrà l’amministrazione?
Nel frattempo poi sono iniziate le scuole. Gli studenti di Civitella Cesi, della Stazione e di altre zone periferiche, anche a causa della disorganizzazione e della scarsa informazione del servizio di trasporto pubblico, sono costretti ad alzatacce e ad avere a disposizione un numero limitato di corse; e questo quando i bus non si rompono, avvenimento occorso due volte in una settimana.
Insomma la fine dei lavori appaltati pare sia fissato per il 27 dicembre, ma l’impressione è che di questo passo si vada direttamente al 2024, con varianti e proroghe che sicuramente non mancheranno.
E nel frattempo chi risarcisce i maggiori costi per gli spostamenti e le perdite patite da commercianti, autonomi e semplici cittadini?