Lo scorso 27 Dicembre è stato pubblicato dalla Regione Lazio il bando dedicato alla meccanizzazione agricola a valere sui fondi del PNRR.
Sono messi a disposizione delle aziende agromeccaniche e delle aziende agricole laziali 25 milioni di euro, con percentuali di cofinanziamento a fondo perduto del 55%, elevabile al 70% nel caso in cui il richiedente sia un giovane imprenditore.
Le domande di finanziamento potranno essere presentate sino al 31 marzo.
Ma la domanda vera che circola tra aziende agricole, tecnici e consulenti è: chi presenterà richiesta di contributo?
La risposta è incerta. Se infatti uno degli obiettivi del PNRR è di ammodernare il parco macchine “senza nuocere all’ambiente”, di sicuro non sarà possibile farlo con questo bando, che obbliga le aziende ad acquistare trattori elettrici o a biometano.
È noto infatti che i trattori elettrici oltre i 30-40 cavalli sono praticamente inesistenti (ad eccezione di un modello New Holland da oltre 110 milaeuro). Inoltre quei pochi modelli presenti sul mercato non risultano ancora affidabili.
Eppure il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida aveva già ricordato l’assurdità dell’attuale impostazione della misura del PNRR, raccogliendo le doglianze di Andrea Borio, Presidente della Federazione Nazionale dei Commercianti delle Macchine Agricole, secondo cui “Ipotizzare che si possano raggiungere 10.000 beneficiari entro fine 2024, abbattendo le emissioni del 95% sostituendo le macchine agricole solamente con quelle a trazione elettrica o a biometano, è oggi praticamente impensabile”.
Altri quesiti che circolano tra aziende e professionisti sono: “perché se il bando Ismea (che ha esaurito i fondi disponibili in appena 6 ore) prevedeva la possibilità di acquistare trattori diesel meno inquinanti in sostituzione di modelli più datati, la Regione Lazio ha scelto di non finanziarla?” E ancora: “perché è stato scelto di abbassare le aliquote di cofinanziamento al 55% e 70%, mentre il bando Ismea proponeva contributi in conto capitale compresi fra il 65% e l’80%?”
Per non parlare poi dei massimali di spesa irrisori, previsti dalla regione Lazio, di appena 35.000 € per l’acquisto di trattori e attrezzature.
Insomma, finora grande delusione negli ambienti agricoli del Lazio per le scelte della politica regionale.
Se da una parte i bandi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR ) relativi al primo insediamento e agli investimenti strutturali sono in grande ritardo, dall’ altra i bandi agricoli del PNRR non possono certo definirsi aderenti ai bisogni del settore produttivo regionale.
In questo caso, più che mai, sembra trovare fondamento la critica per cui i bandi agricoli dovrebbero essere scritti da chi conosce la realtà produttiva dei campi e non dai soliti burocrati.
Alessia Satta