Primo punto: agricoltura. Nel corso degli anni la biodiversità del territorio è stata annientata per far spazio a monocolture al servizio delle grandi multinazionali. Solo noccioleti, a perdita d’occhio. La Regione non ha alzato un dito per impedirlo. E adesso si scopre (guarda un po’…) che quella monocoltura – come ogni monocoltura dopo qualche tempo – non è più redditizia: terreni esausti, clima impazzito, crisi dei prezzi, tasse da pagare. E allora le terre vengono abbandonate, o lasciate incolte per speculare magari su impianti di pannelli solari a terra (dopo le monocolture, sarà questo il nuovo business), oppure direttamente vengono vendute a prezzi stracciati. Tutto prevedibile.
Secondo punto: rifiuti. La nostra Provincia sta diventando la discarica di Roma. La Capitale ha un gigantesco problema di gestione dei rifiuti? Invece di risolvere il problema, si sceglie di dirottare prima i rifiuti altrove, e poi si chiede un inceneritore per bruciarli in fretta. Discariche e inceneritori: come da copione.
Quindi avevamo ragione sull’agricoltura, quando chiedevamo controlli e regole stringenti, diversificazione delle colture, e agricoltura sostenibile. E avevamo ragione sui rifiuti, quando chiedevamo di rispettare il piano regionale dei rifiuti, di elaborare un piano oculato e pubblico di gestione che chiuda il ciclo locale, e di respingere il progetto di un inceneritore a favore di più microimpianti. Avevamo ragione, insomma. Ed è per questo che ci presentiamo alle prossime elezioni regionali nel Lazio, in difesa dell’ambiente e dei viventi nel nostro territorio.
Unione Popolare – Provincia di Viterbo
Armando Di Marino
Roberta Leoni
Emanuela Petrolati
Massimo Ranucci detto “Stromberg”