Sabato 26 ottobre in 7 piazze italiane (Bari, Cagliari, Firenze, Milano, Palermo, Roma e Torino)
la gente ancora una volta dirà basta alle guerre.
L’orrore, per più versi “inedito”, dei conflitti in corso, ha portato a una collaborazione delle Reti
pacifiste italiane (Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la
cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci) che hanno così lanciato una giornata di
mobilitazione nazionale, cui hanno aderito finora più di 300 organizzazioni.
L’iniziativa chiede il “cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti
armati nel mondo”, tende a “buttare fuori dalla storia tutte le guerre, le invasioni, le occupazioni, i
crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi, i terrorismi”, attuabile solo attraverso: “il
rispetto e l’attuazione del diritto internazionale”, il “no al riarmo, no all’aumento delle spese
militari, no alla produzione e diffusione delle armi nucleari, no all’invio di armi ai paesi in guerra”
e “il riconoscimento dello stato di Palestina” (https://retepacedisarmo.org/evento/giornata-di-
mobilitazione-nazionale-per-la-pace/ ).
Il Tavolo per la pace, ribadendo il diritto costituzionale di manifestare, sarà presente al corteo di
Roma che partirà alle 14,30 da porta San Paolo (zona Piramide), cui seguiranno interventi dal
palco, e ringrazia la CGIL per aver organizzato un autobus che, partendo alle ore 12 da via
Saragat, porterà chi vuole alla manifestazione.
In particolare, ancora una volta, il Tavolo denuncia l’incredibile inazione dei governi occidentali
contro la sempre più grave violazione del diritto internazionale da parte di Israele (“vergognosa
incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi” scrisse papa
Francesco proprio il 7 ottobre scorso ai cattolici del Medio Oriente) e, di fatto, la loro complicità con
gli eccidi commessi con le stesse armi che continuano a essergli fornite.
Mentre giunge notizia che gli scaricatori del porto del Pireo pochi giorni fa hanno impedito che un
container con dei proiettili venisse stivato su una nave cargo diretta in Israele, la rivista Altreconomia
di ottobre documenta che nel primo semestre ’24, nella categoria “armi e munizioni” la provincia
che ha esportato di più verso quel paese è stata Viterbo, con circa 3 milioni di euro.
Fermare la guerra per salvare le loro e le nostre vite, fermare la guerra per salvare il pianeta, fermare
la guerra per darci un futuro.
Il Tavolo per la pace di Viterbo
(Mario Di Marco, portavoce)